La leishmaniosi è una malattia purtroppo ben conosciuta nel nostro Paese soprattutto dai proprietari di cani, è in questo animale infatti che si manifesta frequentemente ed in tutta la sua gravità.
E’ causata da un protozoo, un organismo monocellulare (esseri viventi diversi dai batteri, costituiti da un’unica cellula nucleata, insensibili all’azione degli antibiotici).
Questo microrganismo si insedia negli apparati adibiti alla difesa dell’ospite, linfonodi e milza, procura una malattia ad evoluzione lenta e spesso inesorabile fino a portare a morte il soggetto.
La leishmaniosi è dunque una malattia cronica a decorso lento, i sintomi possono comparire anche dopo un anno che si è contratta.
Il nome leishmania deriva dal patologo scozzese W.B. Leishman.
La via di trasmissione non è diretta, un animale malato non è pericoloso per uno sano neppure se vivono in stretto contatto.
Per la sua diffusione è necessaria la presenza di un piccolo insetto pungitore il flebotomo o pappatacio.
L’artropode si infetta pungendo un animale malato e trasmette poi la malattia ad un altro soggetto sano quando lo punge, inoculando il protozoo.
Di seguito elencheremo i sintomi classici della malattia, è opportuno però ricordare che accanto alle forme tradizionalmente descritte possono comparire quadri atipici in cui viene interessato un solo organo o apparato o addirittura asintomatiche.
Tutto inizia con un lento e progressivo dimagramento del soggetto, l’appetito è capriccioso, il cane si stanca facilmente, sulla cute compaiono lesioni furfuracee. Le lesioni cutanee possono persistere per tempi lunghissimi, resistenti a terapie locali.
Mucose pallide, quindi anemia, problemi renali e oculari compaiono rapidamente.
Si tratta chiaramente di una malattia sistemica, la febbre non ha un ruolo importante dal punto di vista diagnostico, la milza e i linfonodi si ingrossano (le cosiddette ghiandole, sono ben apprezzabili a livello della gola e dietro il ginocchio),
le lesioni cutanee tendono a complicarsi e il quadro peggiora per l’instaurasi di una patologia da immunocomplessi:
l’organismo risponde con la produzione di anticorpi privi di azione neutralizzante nei confronti delle leishmanie ma che si legano ad antigeni solubili e si depositano nei tessuti danneggiandoli. (reni, vasi, occhi ecc.)
RENI
Le alterazioni renali sono la complicazione più frequente e spesso rappresentano il motivo della morte del soggetto.
OSSA E MUSCOLI
Artriti e lesioni muscolari e osse sono rare.
DIGERENTE
Vomito e diarrea subentrano generalmente in conseguenza delle alterazioni epato renali.
SANGUE E APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
Sindromi emorragiche, alterazioni vasali, diarrea emorragica, urine con sangue, perdita di sangue dal naso ecc.
Più rari svenimenti (lipotimie) e edemi degli arti (gonfiori).
Non è difficile per il clinico interpretare i sintomi della leishmaniosi, se l’anamnesi riferisce di soggiorni in zone a rischio si rende indispensabile convalidare il sospetto con gli esami del caso.
La ricerca del protozoo si esegue solitamente con puntato linfonodale o midollare o per via indiretta con test di immunofluorescenza (ricerca di anticorpi).
E’ sempre consigliabile controllare periodicamente gli animali.
La positività alla ricerca della malattia non sempre implica la necessità di impostare una terapia, le condizioni del cane e il risultato degli esami devono essere valutati dal clinico per stabilire un piano di monitoraggio della malattia nel soggetto e il giusto impiego o meno di un trattamento farmacologico. La scelta terapeutica nei diversi casi di leishmania viene gestita dal veterinario in maniera personalizzata a seconda delle indicazioni diverse da soggetto a soggetto. A questo proposito diventa indispensabile tutto un corollario di esami. Funzionalità renale e proteine totali sono ad esempio indispensabili per conoscere l’evoluzione della malattia.
La terapia per la leishmania è possibile solamente in caso di diagnosi precoce, prima che si manifesti in tutta la sua gravità.
La necessità di terapie prolungate e la cronicità della malattia possono indurre il medico a optare per trattamenti con farmaci alternativi somministrati al cane per os (bocca), permettendo una gestione del problema sicuramente più agevole per il proprietario e spesso con buoni risultati.
Il flebotomo punge soprattutto dal tramonto all’alba, è talmente piccolo che le zanzariere non riescono a fermare la sua aggressione, la miglior cosa da fare contro il suo morso potenzialmente pericolosissimo, è impiegare repellenti contro gli insetti volanti nell’ambiente dove si vive o direttamente sul mantello degli animali.
Ovviamente i soggetti che pernottano all’esterno sono comunque più esposti alla puntura dell’insetto e quindi al contagio.
La leishmaniosi colpisce anche l’uomo, è infatti una patologia soggetta a obbligo di notifica alle autorità sanitarie competenti da parte del veterinario.
Molto importante è tenere presente che la leishmania non viene trasmessa direttamente da cane a cane o da cane a persona: il protozoo infatti, per diventare infettante, deve prima compiere nel flebotomo una parte del proprio ciclo biologico. La vicinanza o il possesso di un cane infetto comportano dunque un rischio epidemiologico per l’uomo del tutto risibile.
La profilassi per il cane rivolta alla protezione dagli insetti, avviene tramite l’applicazione sull’animale di prodotti repellenti (in genere piretroidi naturali o sintetici come la deltametrina e la permetrina), contenuti in collari, spray o fiale spot-on da applicare sulla cute.
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